Ramin Bahrami: «Ogni giorno Bach salva la vita a milioni di persone in tutto il mondo»
Teheran, 1982. Un vecchio LP di Glenn Gould e qualche spartito di Johann Sebastian Bach arrivato da Parigi. E all’improvviso un bambino di cinque anni trova la missione della sua vita… Oggi Ramin Bahrami è uno dei più celebri pianisti ed esecutori della musica del grande compositore tedesco. Perché la musica, a volte, può davvero cambiarti la vita.
Ci sono cose che capitano raramente nella nostra esistenza. Una, sicuramente, è avere l’onore di ascoltare dal vivo uno dei più grandi pianisti al mondo. Attenzione, però: non parliamo di un concerto come tanti, in un teatro, accomodati su poltrone di velluto o affacciati da palchetti, irrimediabilmente lontani dal centro della scena.
Immaginate invece un pianoforte Steinway al centro di un enorme capannone pieno di libri. Immaginate un piccolo gruppo di persone sedute in cerchio ad ascoltare incantate. È proprio lì, nel nostro magazzino, che il pianista iraniano Ramin Bahrami ha eseguito in esclusiva per noi (e per voi) un indimenticabile concerto ispirato al "Clavicembalo ben temperato" di Johann Sebastian Bach. Dopo l’incanto delle note e dei suoni, però, è arrivato anche il momento delle storie: l’infanzia di Bahrami a Teheran, la sua famiglia multietnica, la scoperta della musica di Bach tra colpo di fulmine e illuminazione. E un misterioso sogno che ha dato una svolta alla sua vita…
Quando hai capito che suonare la musica di Johann Sebastian Bach era la tua missione?
L’ho capito molto presto. Avevo cinque anni e mezzo quando, in un pomeriggio autunnale a Teheran, un’amica persiana portò a casa mia da Parigi un LP di Glenn Gould con gli spartiti di Bach.
Quando ascoltai la magnificenza dell’esecuzione della Partita No. 6, con i suoi arabeschi da minareto orientale, capii che quella musica mi avrebbe soggiogato per tutta l’esistenza e che la mia missione era di portarla a chiunque e ovunque. Anche nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali.
E poi, all’età di sei anni, in sogno, l’illuminazione: io a passeggio con il Maestro nell’orangerie di un castello tedesco. In quel momento mi sono detto: “Ragazzo, mettiti al servizio!”
Sei nato a Teheran, ma l’avvento del regime di Khomeini ti ha costretto a lasciare la tua terra e a rifugiarti prima in Italia, poi in Germania. Tra tante culture diverse, dove senti che affondano le tue radici?
La mia famiglia è già, di per sé, un contrappunto, come in musica. Sono nato da un padre metà tedesco e metà persiano e da una madre persiana di origini russo-turche. Ma io non mi sento appartenere né all’Iran né alla Russia, né alla Germania né alla Turchia: sento di essere un misto di tutti questi paesi e tutte queste culture. Come la musica di Bach, in cui Occidente e Oriente si uniscono.
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Cosa ti ha spinto a scrivere il libro “Come Bach mi ha salvato la vita”?
Ho scritto “Come Bach mi ha salvato la vita” perché credo che ogni giorno Bach salvi la vita a milioni di persone in tutto il mondo, dando loro una direzione mentale, una direzione di bellezza.
La sua musica è universale, annienta le razze e le bandiere, percorre tutti i sentimenti e gli stati d’animo umani. È la percezione della bellezza al servizio dell’uomo.
Da cosa ti fai ispirare quando suoni?
Nella mia musica faccio confluire tutte le cose che mi danno piacere: giocare con mia figlia, uscire a cena fuori con gli amici o andare al mare. Amo moltissimo andare al mare e proprio per questo divido la mia vita tra la Germania e le Marche – una regione che amo –, dove vivo e ogni giorno ho la fortuna di potermi alzare e andare al mare in cinque minuti. È questa per me la bellezza della vostra Italia!
Cos’è per te il pianoforte?
Il pianoforte è uno strumento meraviglioso che mi permette di comunicare e trasmettere pensieri più alti di me e di tutto quello che mi circonda: la magia della musica. La musica buona di Johan Sebastian Bach. La musica buona di Ludwig van Beethoven.
Io e il pianoforte siamo soltanto dei mezzi.
Ramin Bahrami è nato a Teheran nel 1976. A tredici anni si trasferisce in Italia dove studia al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e all'Accademia di Imola. Dal 2001 vive in Germania. È presidente e ideatore del World Bach-Fest e tiene concerti in tutto il mondo. Incide per la Decca e la sua discografia si incentra sulle opere di Johann Sebastian Bach.